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Decreto sblocca cantieri
In cosa consiste e le novità apportate

Quello che viene denominato Decreto "Blocca Cantieri" è stato approvato in data 20 marzo 2019 dal Consiglio dei Ministri con allegata dicitura "salvo modifiche". Si tratta di un provvedimento legislativo il cui obiettivo non è soltanto quello di incentivare il completamento di importanti infrastrutture, ma anche di velocizzare quelli che talvolta risultano essere dei lunghi e burocraticamente farraginosi iter.

In cosa consiste?
Fatta quella che è una dovuta premessa, cosa buona e giusta è descrivere in maniera accurata ed il più possibile precisa il contenuto del Decreto "Sblocca Cantieri". Messo in atto, come in precedenza accennato, per cercare di dare uno slancio ad un settore, quello dell'edilizia, in questi ultimi anni vittima di una pericolosa flessione, tale provvedimento è essenzialmente composto da 5 articoli, contenenti le materie che seguono:

- mutamenti di alcune parti del codice per gli appalti pubblici;

- disposizioni sulle procedure di affidamento nella fattispecie di un'impresa in crisi;

- facilitazione dell'ambito che raccoglie gli interventi strutturali in zone ad elevato rischio sismico;

- commissariamenti straordinari;

- Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Dighe.


In abbinamento a queste disposizioni, è stata tuttavia eliminata, a seguito di un prolungato scontro la le componenti politiche dell'esecutivo, la parte della bozza iniziale che avrebbe scongiurato il rischio di accertamenti per quello che attiene edifici privati costruiti prima del 1977 e caratterizzati da irregolarità.

Le novità
Scendendo ulteriormente nel particolare, il Decreto Sblocca Cantieri contiene al proprio interno diverse novità. La prima è da ricercare senza ombra di dubbio alcuna nell'isiutuzione del Regolamento Unico del Codice degli Appalti. Per mezzo di questo processo di omogeneizzazione, si dovrà unificare i provvedimenti già attuati del decreto 50/2016. Codesto "Regolamento Unico" prevede:

- la nomina e le funzioni del responsabile del procedimento;

- la fase di progettazione degli interventi, insieme ai servizi ad essi correlati, alle forniture ed alla verifica del progetto in questione;

- il controlli delle qualifiche e delle competenze di chi esegue i lavori;

- il varo di procedure di realizzazione di interventi il cui importo varca verso il basso la cosiddetta soglia comunitaria;

- la regolamentazione della fase di direzione degli interventi stabiliti;

- il controllo di eventuali difformità;

- la supervisione dei requisti posseduti dagli operatori economici per ciò che interessa l'affidamento dei servizi di architettura ed ingegneria;

- interventi concernenti i beni culturali.


L'anticipo, pari al 15% della somma necessaria ai lavori viene, in aggiunta, estesa a qualunque tipo di appalto. Il vecchio testo prevedeva che tale anticipazione fosse valida per le sole opere pubbliche. Per quelli che invece vengono reputati interventi caratterizzati da priorità, il decreto conferisce la possibilità di nomina di uno o più commissari da parte del Presidente del Consiglio e su proposta del Ministro delle Infrastrutture. Il principio del prezzo più basso per gli appalti sotto la soglia comunitaria colpirà anche le prestazioni e le forniture al alto tasso tecnologico, con esenzione che invece interesserà l'ambito ingegneristico, quello architettonico, il mondo della ristorazione e tutti quei servizi la cui densità di manodopera è elevata.

bold.(|Misure Tria)
Il testo del Decreto Sblocca dovrebbe racchiudere, con ogni probabilità, delle misure messe a punto dal Ministro dell'Economia Giovanni Tria, finalizzate a rilanciare gli investimenti pubblici. Tra queste misure ve ne sono alcune che dovrebbero comportare:

- l'incisiva riduzione dei tempi necessari al ricevimento del parere favorevole o contrario del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Questo parere toccherebbe i soli interventi di importo superiore a 100 milioni di euro;

- il rafforzamento della partnership tra settore pubblico e settore privato;

- la deroga per i comuni che non sono capoluogo dall'obbligo di ricorrere alle centrali di committenza per le gare.


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